Rossana Mauri Giornalista e Podcaster intervista Matteo Ficara Filosofo e Futurista.
Spesso vedo ben poco entusiasmo nell’intraprendere cambiamenti, percepisco una sorta di tristezza radicata, soprattutto nelle nuove generazioni.
E non mi è difficile capire perché.
In un’epoca così complessa che pretende il cambiamento di tutti, viene naturale pensare cosa sarà il futuro?
Come sarà il lavoro nel futuro e quali saranno i lavori del futuro?
La domanda inevitabile in tutta questa incertezza è: sarò all’altezza?
A questo punto abbiamo bisogno qualcuno che sappia infondere felicità in questa visione del futuro.
Ed è per questo che oggi ho come mio ospite Matteo Ficara, filosofo, Chief Happiness Officer e futurista.
A Matteo Ficara chiedo come dobbiamo attrezzarci per pensare al futuro soprattutto nel mondo del lavoro, quali saranno le competenze che verranno richieste?
Matteo: Salve a tutte/i, bentrovata Rossana e grazie per l’invito.
Sono felicissimo di essere qui e poter condividere i temi dei quali mi occupo di più e che ho più a cuore: felicità e futuri; oltre alla filosofia, chiaramente.
Tornando alla domanda, sai pensare al futuro è qualcosa che ci caratterizza: Martin Seligman, padre della psicologia positiva, nei suoi studi sul benessere è arrivando a definirci degli “homo prospectus”.
Potremmo dire che siamo entrati coscientemente nell’epoca della complessità, che ci porta a guardare al futuro come qualcosa di plurale, di interconnesso, ma fortunatamente prevedibile.
L’UNESCO ha definito la Future Literacy come la competenza fondamentale del secolo: abbiamo bisogno di “masticare futuri”.
Devono saperlo fare i governi, le Regioni, i Comuni e le organizzazioni.
Chi, in questi ultimi anni, ha imparato a farlo, ha imparato ad allenare una caratteristica fondamentale: la resilienza e l’anti-fragilità ovvero la capacità di prosperare nel cambiamento.
Per prepararsi bisogna studiare, conoscere e saper filtrare le informazioni.
Come individui, è necessario lavorare sulla propria attenzione, sul focus, e poi recuperare la facoltà più importante: l’immaginazione.
Quindi, se parliamo di facoltà: consapevolezza, immaginazione e capacità di pensiero sistemico.
Per quello che riguarda skills mentali ci abbino sicuramente anche la resilienza, l’empatia e la capacità di coltivare le relazioni.
In questo modo si hanno tutte le competenze e le sensibilità per costruire scenari, cercare i migliori ed impegnarsi nel realizzarli.
Rossana: Quando immaginiamo il futuro felice dobbiamo necessariamente associare evoluzione a sostenibilità.
In questo senso la concretizzazione di scelte ecosostenibili rientra in una nuova capacità di elaborare e ideare le migliori visioni del futuro?
Matteo: Mi piace riletta così: concretizzare scelte ecosostenibili porta verso migliori visioni del futuro!
Si, è così soprattutto per chi ricerca e descrive i sistemi di pensiero collettivi, mindset culturali, e sistemi del futuro.
Ad esempio amo molto Ken Wilber e la sua teoria “del tutto”, una teoria integrale, per la quale la coscienza collettiva compie dei cicli evolutivi.
Rossana: Parlando di coscienza collettiva aggiungerei aziende, corporazioni o associazioni di persone.
Possiamo rendere la felicità una strategia organizzativa per aumentare benessere, engagement, senso di appartenenza e produttività?
Matteo: Chiariamo che non c’è una unica coscienza per la collettività, un unico livello evolutivo, anzi abbiamo più livelli.
Ma il fatto che ne esistano alcuni più evoluti, dà modo a tutti di potervi accedere.
Per rispondere alla tua domanda si, possiamo associare l’azienda a un gruppo di persone ogni gruppo con la propria “coscienza”.
Usando il sistema a spirale, possiamo dire che oggi si passa da coscienze “red” a quelle “teal”: la “red” è la persona, la cultura o l’organizzazione militare, gerarchica, rigida.
Mentre il “teal” è uno dei modelli organizzativi più evoluti, caratterizzati dalla consapevolezza e da tre elementi distintivi: la pienezza dell’individuo, la trasparenza delle informazioni ed il proposito evolutivo.
Accanto a questo movimento di modelli organizzativi possiamo osservare le organizzazioni benefit e le B Corp, le organizzazioni positive, quelle orizzontali e molto altro.
Si tratta di realtà che sono da esempio di un mondo che sta cambiando evolvendosi.
Sfide Ecosostenibili 7° Stagione – Felicità e futuro con Matteo Ficara
Voci narranti di: Rossana Mauri e Matteo Ficara
Musiche di: Raccontipodcast.com